L’amministratore del Gruppo SMET, Domenico De Rosa, tira le somme sul 2020

intervista de rosa 2021

L’amministratore del Gruppo SMET, Domenico De Rosa, tira le somme sul 2020

Come consuetudine, anche per il 2021, l’amministratore delegato del Gruppo SMET, Domenico De Rosa, ha tirato le somme sull’anno appena trascorso. Fra le difficoltà legate alla pandemia e l’attività di programmazione per affrontare al meglio il nuovo anno, il Gruppo SMET è già al lavoro per affrontare questa nuova sfida.

Questo è stato un anno particolare, siamo di fronte a una chiusura di anno a dir poco eccezionale. Quali sono i punti e le fasi del 2020, definito dal Time come un anno orribile, dalla sua prospettiva di uomo e di CEO del Gruppo SMET.

«Sicuramente il 2020 sarà ricordato come un anno di transizione. Personalmente non lo ritengo un anno orribile. Certamente un anno che è stato contraddistinto da perdite umane importanti e che lasciano un grande dolore in ciascuno di noi. Dal punto di vista sociale è stato caratterizzato dal fenomeno del distanziamento fisico che ha comportato una trasformazione delle nostre abitudini e delle nostre consuetudini. Certamente è stato anche un anno di grande consapevolezza: ciascuno di noi ha fatto un esame delle proprie attività personali e aziendali e ha potuto trarre dalla difficoltà molti insegnamenti su ciò che era più importante preservare rispetto al superfluo. Personalmente, e dal punto di vista gestionale del nostro gruppo, noi abbiamo tentato di fare un’analisi critica importante e, facendo questa, abbiamo preservato gli aspetti più importanti, li abbiamo rinforzati in maniera significativa pronti per un rilancio importante nel 2021. Certamente abbiamo avuto delle fasi di grande preoccupazione, che però sono state affrontate con la serenità di chi aveva fatto bene negli anni passati. Per cui abbiamo proceduto con grande lucidità a valutare tutti gli aspetti negativi e abbiamo proiettato le caratteristiche positive che avevamo già acquisito nel passato. Sulla base di questo abbiamo potuto fare delle potuto fare delle riflessioni e delle proiezioni per il prossimo anno».

Quali sono stati i momenti più importanti che il suo gruppo ha dovuto affrontare nel 2020. Con quali strumenti è riuscito a superare le fasi drammatiche dei lockdown di marzo e aprile.

«Quello che è avvenuto da febbraio in avanti quando lo dovremo raccontare alle future generazioni sarà qualcosa di complicato. Volendo fare una similitudine con una gara di Formula 1, è come se avessimo visto l’inserimento di una safety car, che ha bloccato tutto l’andamento regolare della nostra quotidianità e della nostra vita economica-aziendale. Questo naturalmente non ha riguardato solo noi, ma tutto il pianeta. Rispetto a quello che non è conosciuto, anche le reazioni non sono sempre reazioni consuete. Noi abbiamo cercato di rifarci ai nostri valori di semplicità, organizzazioni snelle e semplici e siamo riusciti, lavorando intorno ai nostri principi, a preservare gli organi vitale della nostra azienda e delle nostre attività. Naturalmente il primo elemento è stato quello di preservare la salute delle nostre maestranze e di consentire loro di potere dare il contributo senza però lasciare nulla a caso rispetto alla protezione da questo nostro nemico invisibile che è, appunto, questo virus, il COVID-19, ormai tristemente famoso. Solitamente si è detto che questa era una vera e propria guerra: mi permetto di dire che non la riteniamo una guerra, perché il nostro è un nemico invisibile per cui si tratta di qualcosa di straordinariamente potente nella difesa della salute, dei principi economici che vanno invertiti in termini di priorità. Questo è servito un po’ a tutti per fare delle riflessioni etiche e morali».