MDT: A che punto è il piano di sviluppo intermodale di SMET?
Domenico De Rosa: A metà degli anni Novanta, il Gruppo SMET è stato pioniere dello sviluppo intermodale marittimo e ferroviario, che ancora oggi rappresenta per noi una priorità assoluta. Ad oggi movimentiamo sulle navi oltre tremila mezzi a settimana, a cui si aggiungono 16 company train, sempre a settimana. Il 2021 sarà un anno di svolta per il trasporto intermodale, grazie all’arrivo delle giga navi ecologiche del Gruppo Grimaldi, che rivoluzioneranno il traffico ro-ro e l’organizzazione dei trasporti sulla dorsale tirrenica. Prevediamo una rapida crescita del traffico intermodale e ci stiamo organizzando di conseguenza: abbiamo già ordinato mille semirimorchi aggiuntivi e contiamo di effettuare circa 200 nuove assunzioni. Parallelamente stiamo dando forte impulso all’intermodalità ferroviaria. A gennaio, in partnership con TX Logistics del Gruppo Mercitalia, abbiamo inaugurato il servizio ferroviario per semirimorchi da Bologna Interporto al Terminal Nord TKN di Colonia.
MDT: Il 2021 ha visto lo sbarco della prima giga nave di Grimaldi di grandi dimensioni: quante sono oggi le rotte strada-mare di SMET?
D.D.R.: Eco Valencia, la prima delle cinque giga navi del Gruppo Grimaldi, è entrata in flotta nel novembre del 2020, seguita dalle gemelle Eco Barcelona a dicembre ed Eco Livorno a gennaio. Le tre navi sono tutte operative sulla rotta Livorno-Savona-Barcellona-Valencia, che riveste per noi un ruolo chiave. Siamo presenti e operativi su tutte le oltre cento rotte di Autostrade del Mare, che collegano i Paesi affacciati sul Mediterraneo, sia sulla dorsale tirrenica che su quella adriatica, e quelli del Nord Europa, affacciati sul Mar Baltico.
MDT: Qual è la tipologia di clientela interessata allo sviluppo strada-mare?
D.D.R.: Le caratteristiche del trasporto intermodale marittimo consentono di impiegarlo trasversalmente. Risulta tuttavia particolarmente indicato per la clientela che deve movimentare volumi di un certo rilievo su media e lunga distanza.
MDT: Come si concilia il progetto strada-mare con l’investimento sulla flotta di trattori e semirimorchi?
D.D.R.: Il minimo comun denominatore è lo sviluppo e l’implementazione del trasporto green, la necessità di porre la massima attenzione alla sostenibilità ambientale. Le nostre linee guida ci porteranno a raggiungere entro il 2030 la neutralità in termini di emissioni di CO2. A dicembre abbiamo concluso un accordo con RealTrailer-Krone per l’acquisto di 300 nuovi eco trailer maxi volume, adatti per intermodalità marittima e ferroviaria. Nel frattempo guardiamo con interesse allo sviluppo della trazione elettrica e, soprattutto, della tecnologia idrogeno, che sarà la vera chiave di volta del trasporto sostenibile. Siamo da sempre in prima linea nello sviluppo delle trazioni alternative al diesel, insieme al nostro partner IVECO con cui siamo stati precursori nell’utilizzo dell’LNG.
MDT: Quali sono i vantaggi per l’azienda committente derivanti dal servizio intermodale?
D.D.R.: L’intermodalità è, prima di ogni altra cosa, una modalità di trasporto sostenibile sia in termini ambientali che in termini economici, grazie alla combinazione di strada, mare e rotaia e all’utilizzo dell’autotrasporto solo per il primo e l’ultimo miglio. Altrettanto notevoli sono i vantaggi dell’intermodalità in termini di efficienza, sicurezza e controllo dei costi. Non da ultimo, a seguito dell’emergenza sanitaria in atto, il trasporto intermodale si configura come una modalità di trasporto “virus free”, poiché limita l’interazione umana.
MDT: Quali sono i porti di maggior interesse per SMET? Quali sono gli investimenti attesi per il 2021 sulle infrastrutture portuali?
D.D.R.: Siamo operativi in tutti i porti della rete di Autostrade del Mare. Mi riferisco in Italia ai porti di Savona, Livorno, Civitavecchia e Salerno sulla dorsale tirrenica, ai porti di Venezia e Ancona sulla dorsale adriatica e naturalmente ai principali porti delle isole. È imprescindibile investire per preparare i nostri porti ad accogliere ricchezza, soprattutto in vista dell’arrivo di nuove navi di maggiore capacità, che saranno sempre più numerose e che richiedono un urgente adeguamento delle infrastrutture portuali.
Fonte: Il Mondo dei Trasporti