Domenico De Rosa plaude alla scelta del premier Mario Draghi

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Domenico De Rosa plaude alla scelta del premier Mario Draghi

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non esiste più: con il cambio di governo una decisa svolta ambientale ha investito la denominazione della massima autorità di questi due settore strategici per l’economia del Paese. D’ora in poi parleremo di Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili. La decisione è stata presa nel corso del quarto Consiglio dei Ministri del governo guidato da Mario Draghi insieme all’istituzione del nuovo MITE (Ministero della Transizione Ecologica). «Il cambio di nome corrisponde a una visione di sviluppo che ci allinea alle attuali politiche europee e ai principi del Next Generation EU», ha dichiarato Enrico Giovannini il primo titolare del neonato Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili. «L’obiettivo – ha proseguito – promuovere una forte ripresa economica del Paese che sia sostenibile anche sul piano sociale e ambientale, come indicato da Draghi. Investimenti rapidi e consistenti, come quelli che stiamo programmando, in particolare con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, devono produrre un rilevante effetto sul piano della competitività del sistema economico e di stimolo occupazionale nell’attuale congiuntura economica e in prospettiva. E il rafforzamento e l’ammodernamento delle reti infrastrutturali e del settore della logistica, l’investimento in infrastrutture sociali e nelle diverse aree del sistema dei trasporti, devono accompagnare e accelerare le trasformazioni in atto nel mondo delle imprese e dei consumatori nella direzione della sostenibilità».

Il cambio di denominazione da MIT a Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili assume particolare interesse anche per l’uso dell’aggettivo plurale: una scelta opportuna perché non solo la mobilità dev’essere sostenibile, ma devono esserlo anche le infrastrutture che, si spera, saranno realizzate nei prossimi anni per ammodernare le vie di comunicazione del Paese, approfittando degli strumenti messi in campo dalla UE per il rilancio dell’economia dal tonfo del Convid-19. Che la scelta sia stata corretta viene confermato anche dai commenti delle parti coinvolte.

Uno dei primi a esprimere piena soddisfazione per il cambio del nome è Domenico De Rosa, al timone del Gruppo SMET – pioniere del trasporto green e della logistica intermodale – quei nelle vesti di Presidente della Commissione Autostrade del Mare di ALIS (Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile) presieduta da Guido Grimaldi.

«Chiunque operi quotidianamente per lo sviluppo di modalità di trasporto ecosostenibili non può che plaudire alla decisione del Ministro Enrico Giovannini e di tutto il Governo Draghi, che hanno scelto di cambiare nome al MIT. È un segnale importante, un vero e proprio cambio di passo che testimonia la necessità di un’evoluzione verso l’intermodalità spinta, a beneficio di un trasporto moderno, efficiente, sostenibile e in linea con gli obiettivi indicati dall’UE per il 2050. Abbiamo piena fiducia in un cambiamento reale e siamo certi che non si tratterà dell’ennesimo “se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi” di gattopardiana memoria».

«Le Autostrade del Mare sono oggi un tema logistica della massima importanza – aggiunge De Rosa – poiché consentono di superare con facilità alcune importanti criticità del nostro paese, quali la fragilità delle infrastrutture viarie e autostradali e la conformazione geografica di penisola stretta e lunga».

La Commissione Autostrade del Mare di ALIS riunisce e rappresenta i principali player italiani del settore, per un totale di 125 linee marittime che offrono un servizio di trasporto delle merci alternativo alla viabilità ordinaria ma con questa compatibile e integrabile, soprattutto per quanto riguarda il primo e ultimo miglio. La Commissione opera sin dalla sua fondazione per promuovere ed accreditare questa eccellenza italiana nel mondo, che ha contribuito in maniera determinante al decongestionamento del traffico statale e che ha dato risposta immediata al problema atavico della fragilità strutturale.

L’obiettivo è la sensibilizzazione delle istituzioni per la messa a regime di un hardware marittimo potenzialmente illimitato, con una disponibilità di rotte e navi che può essere incrementata all’infinito in tempi molto rapidi. «Negli ultimi 12 mesi – conclude De Rosa – la Commissione si è concentrata su quella che consideriamo una priorità assoluta: sensibilizzare le istituzioni per preparare i porti italiani ad accogliere ricchezza, adeguandoli per ricevere le nuove mega navi ibride in grado di ospitare fino a 500 rimorchi. Si apriranno nuove linee e aumenteranno i volumi del traffico merci via mare. Per questo abbiamo chiesto di attingere ai fondi del Recovery Fund per portare a termine le opere infrastrutturali necessarie, soprattutto nei porti del Tirreno che hanno maggiore urgenza di intervento».

E il Governo non si tira indietro: «Apriremo – rassicura Giovannini – un dialogo intenso con gli operatori economici e sociali per identificare le azioni più idonee per accelerare questo percorso, tenendo conto anche delle nuove opportunità derivanti dai recenti orientamenti del mondo finanziario e delle politiche europee in materia».