Al via seconda fase del Progetto 18, programma di sperimentazione promosso da Anfia, Associazione nazionale filiera industria automobilistica, a cui ha aderito anche Smet di De Rosa. Il progetto, come lascia intuire la denominazione, mira a valutare i vantaggi di produttività del trasporto, utilizzando autoarticolati con una lunghezza pari a 18 metri.
«Il Progetto 18, promosso da Anfia, Associazione nazionale filiera automobilistica, è di importanza fondamentale nell’ottica di uno sviluppo sostenibile e produttivo del trasporto su strada – ha spiegato Domenico De Rosa di Smet – Ci auguriamo che a questa seconda fase sperimentale, attualmente in corso, possa seguire al più presto una terza fase ancora più incisiva, con un numero di licenze per veicoli di dimensioni straordinarie superiore alle attuali 300, più vicino ai grandi numeri già sperimentati con successo in altri Paesi europei».
Progetto 18: Anfia e Smet insieme
Il Progetto 18 è stato lanciato da Anfia nel giugno del 2009, con la consegna del primo lotto di semirimorchi sperimentali. Grazie a speciali autorizzazioni concesse dal Ministero dei Trasporti, alcune aziende sono stati autorizzati all’utilizzo di veicoli di lunghezza straordinaria. A differenza dei mezzi standard, che hanno una lunghezza di 16,50 metri, gli autoarticolati sperimentali hanno una lunghezza maggiore di 1,5 metri. Questo fa sì che, pur utilizzando trattori standard e pur mantenendo invariata la massa complessiva, sia possibile aumentare la trasportabilità.
Rispetto a un autoarticolato standard, che è in grado di trasportare 33 europallets, gli autoarticolati del Progetto 18 sono in grado di trasportare 37 euro pallets. Un numero che si avvicina a quello possibile con un autotreno, pari a 38 euro pallets, che però ha una lunghezza di 18,75 metri. Un carico per Iveco con rimorchio standard consente il carico di 22 unità di carico disposte su due livelli, mentre un rimorchio sperimentale consente il carico di 4 unità in più, quindi di 26 unità di carico sempre disposte su due livelli.
Gli obiettivi del Progetto 18
Attraverso il programma di sperimentazione, Anfia ha inteso valutare le prestazioni dei nuovi mezzi. L’obiettivo del Progetto 18, in primo luogo, è di comparare la convenienza in termini economici rispetto ai mezzi da 16,5 metri. Quello economico, tuttavia, rappresenta solo uno dei termini di comparazione. Oltre questo, l’attenzione è stata rivolta anche all’organizzazione della logistica del trasporto, alle prestazioni su strada e la manovrabilità dei mezzi, secondo gli autisti. E ultimo, ma non ultimo, la sicurezza di mezzi più lunghi.
Al Progetto hanno preso parte ben 71 aziende, fra cui Smet di De Rosa, per un totale di 162 veicoli. Per l’indagine, inoltre, sono stati somministrati i questionari ai Responsabili dell’Ufficio traffico, per ciò che concerne gli aspetti economici e organizzativi, e agli autisti, per quanto riguarda gli aspetti di manovrabilità e sicurezza dei mezzi. Proprio Smet è stata pioniere in Italia, per quanto riguarda il programma sperimentale: «Smet è stata la prima azienda italiana ad aderire al Progetto 18 e oggi abbiamo la maggioranza delle licenze rilasciate dal Mit per i veicoli centinati – aggiunge De Rosa – Attualmente stiamo sperimentando un veicolo di 18 metri, con una capacità di carico ben maggiore rispetto ai veicoli standard di 16,50 metri. A testimonianza dell’ impegno quotidiano a favore del trasporto sostenibile – conclude De Rosa – alla fine del 2016 il gruppo Smet si è aggiudicato il prestigioso Sustainability Award di Cnh Industrial per l’introduzione di sistemi di trasporto su strada ecologici, economici e efficienti. Siamo infatti l’unica realtà italiana ad utilizzare gli Iveco Stralis LNG, alimentati a gas metano liquido, abbinati ai semirimorchi della lunghezza straordinaria di 18 metri».
I risultati della sperimentazione alla seconda fase
A febbraio 2017, già è stato possibile tracciare un primo bilancio della sperimentazione. Dopo aver percorso circa 10 milioni di chilometri effettivi, in particolare su tratte medio-lunghe (200 – 600 chilometri), non sono stati segnalati problemi particolari. Anzi, i risultati ottenuti sono apparsi di rilievo: ad esempio, secondo gli i Responsabili dell’Ufficio traffico intervistati, è stato possibile riscontrare un 12% di risparmio medio in termini di numero di viaggi. Secondo il 74% degli autisti, invece, non vi sono differenze fra i rimorchi da 18 metri e quelli tradizionali. La stessa percentuale di autisti, infatti, non ha riscontrato problemi di manovrabilità. Sul fronte della sicurezza, poi, i risultati sono stati incoraggianti: l’83% ha percepito la stessa sicurezza e il 7% addirittura meglio, rispetto ai rimorchi da 16,50 metri. Infine, la domanda più importante: c’è stato un peggioramento delle prestazioni e, in particolare, per quanto riguarda i tempi di trasporto? Secondo il 92% degli autisti, no. L’ennesima riprova della bontà del Progetto 18.