Camion Lancia: la storia dei mezzi pesanti di Lancia Veicoli Industriali

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Camion Lancia: la storia dei mezzi pesanti di Lancia Veicoli Industriali

Lancia è stata, indubbiamente, una delle case automobilistiche italiane più importanti. Le sue automobili hanno contribuito, nel corso dei decenni, a dare lustro al paese, sia su strada che su pista. Non tutti sanno, però, che dalle linee di produzione di Torino non sono transitate solamente automobili, ma anche dei camion Lancia. La produzione di autocarri, in particolare, era affidata alla Lancia Veicoli Industriali, di cui oggi ripercorreremo la storia.

I camion Lancia: una storia italiana di mezzi pesanti

I camion Lancia, oggigiorno, è possibile vederli prevalentemente nei raduni di camion storici. Eppure, c’è stato un momento in cui gli autocarri Lancia hanno percorso decine di migliaia di chilometri, contribuendo alla ripresa economica dell’Italia. Non solo, perché com’è nella storia di Lancia, alcuni camion della casa di Torino hanno anche definito nuovi modelli di stile e di funzionalità dei mezzi commerciali. Prima di entrare nel dettaglio, però, partiamo dalle origini di Lancia Veicoli Industriali.

Le origini della storia di Lancia Veicoli Industriali

L’origine di Lancia, probabilmente, è nota a tutti gli amanti dell’automobilismo. Quando nei primi anni dieci l’azienda inaugurò il suo nuovo sito produttivo, nel quartiere Borgo San Paolo di Torino, si presentò tuttavia la possibilità di avviare nuove attività, fra cui la produzione di autocarri destinati all’uso militare. Già nel 1912, quindi, l’embrione di quella che sarebbe diventata Lancia Veicoli Industriali avviò la produzione di un autocarro, denominato 1.Z, appositamente per il Regio Esercito Italiano all’epoca impiegato in Libia.

Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, poi, Lancia fu convertita all’economia di guerra, venendo proclamata stabilimento ausiliario di guerra. Pur proseguendo la produzione dell’1.Z, Lancia introdusse anche l’1.Z.M., dotato di motore quattro cilindri da 4.942 cm3. Proprio questo modello superò anche la Prima Guerra Mondiale, venendo usato sia durante la Guerra Civile spagnola, sia durante la Seconda Guerra Mondiale. In totale, comunque, durante questo primo periodo di produzione dalle linee di produzione torinesi uscirono 3.437 camion Lancia.

I camion Lancia a cavallo fra le due guerre

Conclusa la Prima Guerra Mondiale, chiaramente, anche Lancia dovette fare i conti con la riconversione. Il fondatore della casa, Vincenzo Lancia, in questo periodo decise di concentrarsi sulle automobili, poiché il trasporto merci su strada appariva ancora modesto e i mezzi bellici in qualche modo rispondevano alla domanda.

Fu solamente nel 1921 che Lancia Veicoli Industriali avviò la produzione di autocarri per uso civile. Si trattava del Lancia Trijota e del Lancia Tetrajota, che montavano il propulsore quattro cilindri da 70 CV a 2.200 giri/min. Mentre il primo fu carrozzato prevalentemente come autocarro, il secondo venne utilizzato principalmente come autobus. In totale, comunque, furono prodotti 585 autocarri, fino al 1924. In quest’anno, infatti, Lancia Veicoli Industriali introdusse un nuovo mezzo, il Lancia Pentajota. Un vero e proprio gigante della strada che per portata era in grado di confrontarsi con i mezzi americani. Il Pentajota, che ancora una volta montava il propulsore da 70 CV, era in grado di raggiungere la velocità massima di 65 km/h. La produzione di questo mezzo, suddivisa in due serie, andò avanti fino al 1928 quando dalle linee torinesi erano ormai uscite 1.721 unità.

Il modello successivo, il Lancia Esajota, fu un semplice esperimento prodotto in soli tredici esemplari e, per questo, nel 1928 sopraggiunse il Lancia Eptajota. Grazie a questo modello, gli autocarri Lancia tornarono a imporsi sul mercato: fino al 1934, la comodità e la potenza del mezzo, comportarono circa duemila ordini. Successivamente, l’insufficiente potenza, e una importante concorrenza, costrinse Lancia a progettare un nuovo veicolo industriale. Il modello successivo, il Lancia Omicron rappresentò un grosso passo in avanti. A cominciare dal propulsore, un sei cilindri in linea di 7.069 cm3, che era in grado erogare ben 92 CV a 1.600 giri/min. Quello che, tuttavia, convinse il mercato della bontà del mezzo fu la sua proverbiale indistruttibilità. Un esempio: si narra che alcuni veicoli abbiano superato una percorrenza di due milioni di chilometri. Quando Lancia acquistò la licenza di fabbricazione del motore Diesel Junkers, poi, nacque il Lancia Ro, che venne anche prodotto in versione militare: nacquero così il Ro-Ro, su cui veniva montato il tre cilindri Junkers da 4.771 cm3, e il 3 Ro, che invece era equipaggiato con un motore a cinque cilindri da 6.871 cm3. Quest’ultimo, in particolare, fu prodotto fin dopo la Seconda Guerra Mondiale per un totale di circa 12.700 veicoli.

Gli autocarri di Lancia nel dopoguerra

lancia esatauDopo la guerra, Lancia Veicoli Industriali dovette affrontare nuovamente la riconversione. Anche per questo, nel 1955 l’azienda fu acquistata da Italcementi, proseguendo la produzione dei propri mezzi. Due sono essenzialmente i mezzi simboli di questo periodo: il Lancia Esatau, la cui produzione fu avviata nel 1949, e il Lancia Esagamma, che invece iniziò a essere prodotto nel 1962. Per quanto riguarda l’Esatau – più precisamente Esatau 864 – è necessario dividere la sua storia in due parti: la prima, iniziata per l’appunto nel 1949, vide l’autocarro Lancia con una posizione di guida arretrata. Per questo, l’Esatau fu anche soprannominato “musone”. La seconda fase, invece, iniziò nel 1952, quando Lancia installò a bordo dell’Esatau un motore a sogliola, che consentiva di avanzare la posizione di guida. Questo camion Lancia fu prodotto in più versioni, alcune delle quali adibite per il trasporto persone come autobus. In generale, comunque, l’Esatau fu un ottimo successo commerciale, la cui produzione fu portata avanti fino al 1963.

Per quanto riguarda invece l’Esagamma, un veicolo progettato per una massa a pieno carico fino a 19 tonnellate, la sua produzione fu avviata nel 1962. Questo autocarro di Lancia Veicoli Industriali si presentò sul mercato come assolutamente innovativo, capace di competere con molti concorrenti. La storia dell’Esagamma, tuttavia, fu anche la storia dell’ultimo camion Lancia. Nel 1969, infatti, l’azienda torinese fu acquisita da Fiat Veicoli Industriali, che ritenne non vantaggioso proseguire la produzione di mezzi pesanti Lancia, perché ritenuti troppo costosi. Ciononostante, l’ultimo mezzo fu immatricolato nel 1978.

Dopo la fusione con Fiat, e ancora più con la nascita di IVECO, i camion Lancia scomparvero progressivamente dal mercato e dalle strade italiane. Non il loro ricordo, come dimostrano i tanti amanti di questo genere di veicoli.